martedì 26 marzo 2013

Le novelle umoristiche


Non avevo cameriera (era dovuta andare a fabbricar munizioni), non avevo cameriere (era dovuto andare a consumarle) ma avevo moglie e figlia a letto con l’influenza. Ecco perchè mi trovavo lì, in mezzo alla cucina, in procinto di preparare la prima colazione. Avrei preferito avere anch’io l’influenza… Ma che fare? Orsù, il tè! Due teiere, perché le ammalate sono in due camere diverse; invece basterà un solo bricco di acqua a bollire. Non ho che da aspettare che l’acqua bolla, ma… ma intanto ho altre cose da fare. La farinata d’avena. Mi hanno detto: farinata e pan tostato. Uova? Beh, forse. Più tardi. Non accavalliamo le idee. Dov’è la scatola della farina d’avena? M’hanno detto che è in dispensa, e ciò vuol dire che è invece in tutt’altro posto. Infatti eccola sul tavolino. Per farla cuocere debbo leggere le «istruzioni» sulla scatola. Chissà perche queste scatole di cartone sono sempre rotte proprio nel punto dove dovreste leggere? “ A piacere… due parti… rimestare sempre, per impedire… “. Olà, che succede sul fuoco? Che strano rumore. Ah! capisco, forse non c’è abbastanza acqua. Cioè, non ce nè affatto. Maledizione, avevo dimenticato. Ecco, il bricco è pieno. E ora la farinata: “ Misurare prima la dose a parte “. Ma come? E dove? Una tazza? No – sì. Proviamo una tazza a persona. E intanto non dimentichiamo il pane abbrustolito. A proposito: si rivolta la gratella prima di scaldare le fette o viceversa? Forse così. Oppure così? Beh, torniamo alla farinata! Rimestare. Ma quante tazze ho messo finora? Non ricordo. Due credo. In ogni modo, ne metto altre due così fanno sei..tutt’al più otto. Ma la casseruola la lascio sul fornello o la metto nel forno? Sul, fornello, immagino. E’ il pane che va nel forno. Ma a proposito: pane, pane. Dov’è il pane? Perchè non si può mai trovare il pane? Su questa cesta c’è scritto “Pane”, ma…E d’altronde, il coltello, dov’è il coltello? In questo cassetto? No. Stecchini._ In quest’altro? No! Vorrei sapere perchè quando uno cerca chiodi, trova invece anelli da tende e quando cerca arnesi da cucina non trova che stecchini?…Santo cielo, dimenticavo di rimestare la farinata… Oh, per fortuna, cercando cucchiaio trovo il coltello. Quante fette taglio? Quattro? Sì… ma perchè quattro, poi? E d’altra parte perchè tre, o due? Auff. E l’acqua non bolle! Ora, dovrei sapere se si usa togliere la crosta alle fette di pane. Forse no. O forse sì. Comunque, attenzione a non tagliarsi un dito! Chissà quante dita si tagliano all’anno per la crosta del pane! Chissà perchè le pagnotte non sono perforate torno torno lungo la crosta come i francobolli?
PE2013 (103)
Basta. L’acqua comincia a bollire e io debbo rimestare. Presto, presto. Ma togliendo sedici croste da quattro fettine di pane, che cosa si ricava? Quattro pezzetti sbocconcellati. Converrà che tagli altre quattro fette… Un momento: ora preparerò i vassoi; Vassoi grandi, vassoi piccoli., Due tazze, due sottotazze, due piattini per il pane, due scodelle per le farinate. Oh… dimenticavo di rimestare! Due cucchiai, due cucchiaini, zucchero per il tè, formaggio per la farinata… Ma che cos’è questo odore? Com’è strano. E’ la farinata che si attacca, _ no_ è il pane che si brucia! Tiro fuori quattro piccoli pezzetti di carbone. Forse miglioreranno spalmandoli di burro, ma chissà dov’è il burro. E le uova? Beh, adesso non pensiamo alle uova, io ho troppe cose da pensare per ricordarmi di mescolare la farinata. Essa si attacca perchè l’acqua bolle troppo. Anche la mia testa bolle. Verso dell’acqua dalla teiera! Dov’è il tè? Eccolo! E il cucchiaino? E lo zucchero?  E la farinata! E cosi metto il formaggio nel tè e verso la farinata nelle tazze…
Mio Dio, che peccato! Proprio ora che tutto era quasi pronto!

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